L’Associazione Mozart Italia (AMI), la cui sede nazionale è a Rovereto, è volta essenzialmente a valorizzare appieno una fase della vita del grande genio, meno studiata e meno nota, quella dei suoi tre viaggi in Italia, svoltisi tra il dicembre del 1769 e il marzo del 1773.
Per la nostra città, Padova, Mozart è passato tra il 10 e l’11 febbraio e tra il 12 e il 14 marzo del 1771, ovvero subito prima e immediatamente dopo il soggiorno a Venezia. Sarà proprio Padova ad offrirgli l’occasione, tramite la figura del marchese mecenate Ximenes, di scrivere la Betulia liberata, un’azione sacra su testo del Metastasio di grande potenza drammatica e di alta ispirazione.
Al di là delle motivazioni di carattere storico da cui parte l’AMI, esplicito è l’omaggio in generale verso il genio e l’arte di Mozart. Come ha scritto Georges de Saint-Foix (1874-1954): “Così come per tutte le opere dei grandi artisti, il segreto della loro bellezza non si rivela pienamente a prima vista; ma non possiamo evitare di stupirci apprendendo che c’è stato bisogno quasi di un secolo e mezzo perché la gente scoprisse in Mozart qualcosa oltre la grazia e l’affascinante eleganza”. Per quanto si possa analizzare e studiare una partitura di Mozart, non si riuscirà mai a comprendere del tutto cosa rende così grande ciò che tutti noi possiamo riconoscere come grande. Il compositore Edvard Grieg di Mozart ha ammirato lo “spirito divino”.
E il filosofo Allan Bloom ha scritto: “Nel corso di tutta la mia vita, Mozart è stato la cosa più vicina all’idea di bellezza semplice, sensuale, che io abbia mai provato”. C’è chi, tra i musicisti e gli studiosi, ne ha ammirato la purezza; chi la perfezione; chi l’immediatezza e la divina semplicità; c’è chi (sul piano della psicologia cognitiva) ha visto nel salisburghese un perfetto equilibrio tra prevedibilità e imprevedibilità. La sede padovana da poco costituita dell’AMI si offre e si propone di omaggiare Mozart non solo con l’esecuzione -attraverso valenti interpreti - delle sue musiche (e di autori a lui coevi, con qualche divagazione pure in epoche successive e nel presente), ma anche valorizzando e promuovendo pubblicazioni e ricerca. Il nostro invito e auspicio è quello di considerare la musica di Mozart (e in genere la musica classificata come ‘classica’) non come un qualcosa di distante da noi e dalla nostra vita, ma come una parte di noi. E del resto il teatro musicale di Mozart è uno splendido esempio di scuola dei sentimenti anche dopo secoli, e la sua musica in generale offre un’ampia e profonda varietà di affetti in cui riconoscerci ancora e in cui trovarci.
Luca Mantovanelli
Coordinatore del Comitato Scientifico
Per la nostra città, Padova, Mozart è passato tra il 10 e l’11 febbraio e tra il 12 e il 14 marzo del 1771, ovvero subito prima e immediatamente dopo il soggiorno a Venezia. Sarà proprio Padova ad offrirgli l’occasione, tramite la figura del marchese mecenate Ximenes, di scrivere la Betulia liberata, un’azione sacra su testo del Metastasio di grande potenza drammatica e di alta ispirazione.
Al di là delle motivazioni di carattere storico da cui parte l’AMI, esplicito è l’omaggio in generale verso il genio e l’arte di Mozart. Come ha scritto Georges de Saint-Foix (1874-1954): “Così come per tutte le opere dei grandi artisti, il segreto della loro bellezza non si rivela pienamente a prima vista; ma non possiamo evitare di stupirci apprendendo che c’è stato bisogno quasi di un secolo e mezzo perché la gente scoprisse in Mozart qualcosa oltre la grazia e l’affascinante eleganza”. Per quanto si possa analizzare e studiare una partitura di Mozart, non si riuscirà mai a comprendere del tutto cosa rende così grande ciò che tutti noi possiamo riconoscere come grande. Il compositore Edvard Grieg di Mozart ha ammirato lo “spirito divino”.
E il filosofo Allan Bloom ha scritto: “Nel corso di tutta la mia vita, Mozart è stato la cosa più vicina all’idea di bellezza semplice, sensuale, che io abbia mai provato”. C’è chi, tra i musicisti e gli studiosi, ne ha ammirato la purezza; chi la perfezione; chi l’immediatezza e la divina semplicità; c’è chi (sul piano della psicologia cognitiva) ha visto nel salisburghese un perfetto equilibrio tra prevedibilità e imprevedibilità. La sede padovana da poco costituita dell’AMI si offre e si propone di omaggiare Mozart non solo con l’esecuzione -attraverso valenti interpreti - delle sue musiche (e di autori a lui coevi, con qualche divagazione pure in epoche successive e nel presente), ma anche valorizzando e promuovendo pubblicazioni e ricerca. Il nostro invito e auspicio è quello di considerare la musica di Mozart (e in genere la musica classificata come ‘classica’) non come un qualcosa di distante da noi e dalla nostra vita, ma come una parte di noi. E del resto il teatro musicale di Mozart è uno splendido esempio di scuola dei sentimenti anche dopo secoli, e la sua musica in generale offre un’ampia e profonda varietà di affetti in cui riconoscerci ancora e in cui trovarci.
Luca Mantovanelli
Coordinatore del Comitato Scientifico